A volte la vita riserva delle sorprese inaspettate o, forse, offre la possibilità di concretizzare una predisposizione che ha radici profonde.
Simona è consulente di organizzazione aziendale e, fra lavoro e famiglia, non ha ancora trovato modo di impegnarsi nel sociale ma è sempre stata attenta ai temi dell’accoglienza e dell’aiuto. È proprio questo “restare in ascolto” che porta Simona non solo a diventare volontaria ma a farlo in un modo davvero speciale, aprendo un nuovo collegamento verso la salute per tanti bambini.
Come tutto è iniziato
Qualche anno fa, durante una vacanza al mare, il figlio di Simona diventa amico di un ragazzo che ha dovuto affrontare la leucemia ed è stato curato da Carlo Dufour, Presidente del nostro Comitato Scientifico. I due ragazzi mantengono i contatti negli anni e così anche Simona con la madre.
A ottobre di quest’anno, parlando con la signora che la aiuta in casa, Aliuska, Simona scopre che è molto preoccupata per il figlio di suo cugino, Fabian, ricoverato a Cuba con una forma aggressiva di leucemia che non risponde ai trattamenti.
Ricordando il caso dell’amica, Simona pensa di chiederle consiglio ed entra così in contatto con il prof. Dufour, Direttore dell’UOC Ematologia e del Dipartimento di Emato-Oncologia dell’ospedale pediatrico Giannina Gaslini di Genova, che si presta a rivedere il caso del bambino.
Simona, tramite Aliuska, contatta la famiglia e riesce a farsi spedire la documentazione medica: è presto chiaro che non solo Fabian non può ricevere a Cuba le cure di cui ha bisogno ma, approfondendo, si scopre che non riceve neanche l’assistenza di base. I pasti, infatti, per i ricoveri lunghi, sono a carico della famiglia così come le medicine. Proprio per recuperare le medicine necessarie, la madre e il padre del bimbo sono volati in America e a prendersi cura di Fabian è rimasta la nonna in ospedale con lui e una zia che, ogni giorno, porta loro da mangiare.
Fabian
Simona decide quindi di mettersi in gioco e di portare Fabian in Italia per affidarlo alle cure del Prof. Dufour. Grazie al suggerimento di quest’ultimo, Simona entra in contatto con il Gaslini International, l’ufficio del Gaslini che si occupa dell’accoglienza internazionale, per il finanziamento delle spese mediche presso la struttura e con Flying Angels Foundation per l’organizzazione e il finanziamento del volo. La responsabile dell’Operativo Voli di Flying Angels guida Simona nella definizione dei documenti necessari per l’espatrio di Fabian e la supporta nell’individuazione dei referenti e nell’accesso alla piattaforma “Application” attraverso la quale avviene la presentazione dei casi a Flying Angels.
In poco tempo, sia il Gaslini International che Flying Angels prendono in carico il caso. Rimangono però molti passi da compiere prima di poter portare Fabian in Italia e a Cuba non ci sono Partner d’appoggio.
Simona non si lascia scoraggiare; grazie alle sue capacità professionali e al supporto ricevuto da Flying Angels, individua subito i passi da compiere e, attraverso la cugina di Fabian, Aliuska, contatta i genitori del bambino perché la madre rientri a Cuba.
Inizia, quindi, l’iter burocratico di raccolta documenti per permettere a Fabian di espatriare. Fortunatamente, Simona trova grande appoggio in tutti gli uffici, sia al Consolato che al Ministero degli Esteri. Le condizioni di Fabian purtroppo rallentano la partenza perché il piccolo ha subito un ciclo di chemioterapia e deve aspettare 15 giorni dopo il termine ma, quando può finalmente partire, grazie al prodigarsi di Simona, è tutto pronto per il suo volo verso la salute: sono stati emessi i visti e i biglietti, allertati gli Angeli Custodi, organizzati i trattamenti, il trasporto e l’accoglienza.
Tutti i documenti vengono caricati sulla piattaforma Application che diventa poi un appoggio fondamentale per organizzare il caso, anzi, i casi.
Perché Simona non si ferma qui. E neanche la sua famiglia.
Gli Angeli Custodi
Il 1° novembre, il marito di Simona e Aliuska vanno ad accogliere Fabian e la sua mamma all’aeroporto di Milano dove sono già stati presi in carico dagli “Angeli Custodi”.
Il progetto, ideato e coordinato da Flying Angels in collaborazione con Assaeroporti ed ENAC, permette alle famiglie che arrivano nei maggiori aeroporti italiani o vi fanno scalo, di essere accolte all’aereo e accompagnate attraverso tutte le operazioni di sbarco da addetti dell’aeroporto che si offrono come volontari.
Molto spesso le famiglie non hanno dimestichezza con le dinamiche del viaggio aereo e possono incontrare ostacoli linguistici oppure i bambini necessitano di assistenza speciale. Il piccolo Fabian è, infatti, molto provato e, per accoglierlo, è stata predisposta una carrozzina. All’uscita degli arrivi, il marito di Simona e la cugina del bambino accolgono i viaggiatori della salute, amorevolmente assistiti dagli Angeli Custodi, per portarli all’Ospedale Gaslini.
Una grande gioia e una nuova sfida
L’arrivo del piccolo è un momento di festa per la famiglia di Simona ma non il termine della nostra storia. Pochi giorni dopo il ricovero di Fabian, infatti, il Prof. Dufour riceve una email da Cuba: sono i genitori della compagna di stanza di Fabian, Melody, che hanno seguito l’iter del bambino e, disperati per le condizioni della loro bimba, hanno deciso di tentare la stessa strada e hanno mandato i documenti medici.
Melody
Il Prof. Dufour parlando con Simona chiede se è a conoscenza della richiesta ma la famiglia si è mossa in autonomia arrivando al Prof. Dufour perché il padre della piccola è infermiere ed era stato in Italia durante il Covid per portare aiuto nell’ospedale di Crema. Proprio dall’Italia, in occasione della malattia della bimba ritorna un’onda di affetto e gratitudine che permette alla famiglia di fare fronte ad alcune spese mediche della piccola. La situazione di Melody purtroppo degenera e non è più possibile curarla a Cuba.
Il papà cerca quindi di ripercorrere i passi di Fabian e Simona mette a disposizione di Melody le competenze acquisite e i contatti generati per la pratica del bambino.
Una decisione facile e naturale
Inizia un nuovo percorso che si rivela più semplice grazie all’esperienza maturata nel caso di Fabian e rafforza in Simona la volontà di continuare ad aiutare.
Come racconta lei, dopo un primo momento in cui ha dovuto capire come muoversi, la decisione di aiutare è stata “facile e naturale”. Simona aggiunge: “Non ho dovuto neanche riflettere – sono abbastanza determinata quindi a costo di rompere le scatole, non avendo competenze, ho cercato di confrontarmi e ho trovato tanto supporto, a Cuba e in Italia.” A volte si viene chiamati ad agire senza preavviso e, come ricorda Simona, “Se uno vuole aiutare il modo lo trova. Ho risposto alla chiamata perché è un insegnamento che mi ha sempre dato la mia famiglia che ha sempre aiutato le persone che hanno avuto bisogno. È una cosa che hai dentro, nel tuo cuore, nel tuo animo, nella tua persona: essere predisposti ad aiutare gli altri. È anche un insegnamento molto importante per i miei figli che sono adolescenti e difficilmente si riesce a spiegare situazioni così diverse e lontane che non si comprendono appieno finché non ci si addentra in prima persona. I miei ragazzi sono entusiasti e mi hanno detto che adesso ho dei nuovi bambini perché vedono con quanta passione mi dedico a loro e capiscono che, una volta che entri in una vita, diventa parte della tua. Hanno conosciuto Fabian e Melody attraverso i miei racconti ed entrano nella nostra vita anche attraverso i disegni che inviano a me e ad Aliuska. Il 22 dicembre siamo andati tutti a trovarli all’Ospedale Gaslini per festeggiare insieme il Natale”.
L’accoglienza all’Istituto Giannina Gaslini
Anche per Melody è il marito di Simona insieme ad Aliuska ad andare ad accogliere la bimba e la mamma all’aeroporto con il supporto degli Angeli Custodi e, così come è accaduto con Fabian, Simona trova grande disponibilità sia a Cuba che in Italia. Al Gaslini, tutto il reparto si adopera per le famiglie che trovano un grande supporto da parte di tutto lo staff, che non solo presta le cure mediche ma le sostiene moralmente e infonde forza e speranza.
Aiutare ancora
Simona e Aliuska diventano un punto di riferimento per le famiglie dei bambini, assistendole anche nell’accoglienza extra-ospedaliera e preoccupandosi di ogni dettaglio. Viste le condizioni di Fabian, infatti, Simona provvede a richiedere che abbia un alloggio caldo, confortevole e facilmente raggiungibile per il soggiorno durante le cure perché il primo che gli è stato assegnato si trova al terzo piano senza ascensore, una scalata impossibile per un bimbo che si sta sottoponendo a queste cure.
E già la mente di Simona viaggia su altri modi di aiutare domandandosi come fanno le altre famiglie a comunicare queste esigenze particolari se magari hanno l’ostacolo della lingua o dei processi.
Dylan
Ma adesso è il tempo di occuparsi di un terzo bambino, Dylan, il cui caso è già stato preso in carico dal Gaslini International e dal Comitato Scientifico di Flying Angels. Simona, sempre tramite Aliuska, che le permette di superare l’ostacolo della lingua, ha i primi contatti con la famiglia; ormai ha dimestichezza con i processi e con la piattaforma quindi tutto è più veloce. Nonostante il Prof. Dufour sia in America per lavoro, è sempre operativo e la documentazione necessaria viene predisposta molto velocemente.
Il piccolo e la mamma, grazie al grande lavoro di squadra, hanno affrontato il volo verso la salute a metà dicembre e festeggiato il Natale con Simona, la sua famiglia e gli altri bimbi.
Il volontariato che fa star bene
Simona ci tiene a concludere sottolineando che non aveva mai trovato tempo di approfondire la conoscenza delle realtà che operano nel sociale e non avrebbe mai pensato di impegnarsi in questa maniera ma è felice che la vita l’abbia spinta in questa direzione. La sua attività di volontariato per caso non le pesa affatto, anzi, per Simona fare del bene fa star bene anche chi lo fa.