A fine Gennaio 2020 la Fondazione InSé Onlus, che segue la pediatria di Kimbondo da oltre quattordici anni, contatta Flying Angels per condividere la storia di Joyce.
Nel frattempo, l’emergenza Covid-19 comincia ad assumere dimensioni sempre maggiori, senza permettere, però, di immaginare e prevedere quanto poi sarebbe accaduto.
“Il giovane paziente ha urgente bisogno di essere sottoposto ad un intervento di cardiochirurgia pediatrica. L’Ospedale Bambino Gesù di Roma, dopo aver esaminato la documentazione medica, si dichiara disponibile ad accogliere Joyce per intervenire. Il ricovero è previsto per il 25 febbraio” scrive la Fondazione InSé Onlus.
La partenza
Flying Angels si mobilita e finanzia subito un biglietto, ma il volo aereo su cui avrebbe dovuto viaggiare Joyce viene di lì a poco cancellato dalla compagnia aerea.
Ne viene quindi subito ri-finanziato un altro, per consentire a Joyce di arrivare in tempo per il suo intervento salvaVita.
L'intervento
Joyce, all’arrivo in ospedale, risulta essere in condizioni più gravi di quanto i medici si aspettassero: dopo diversi accertamenti, viene finalmente operato il 2 aprile a Roma.
L’operazione va molto bene e Joyce, forte e coraggioso, si riprende prima del previsto.
Il ritorno a casa
Nel frattempo la pandemia blocca completamente gli spostamenti e Joyce non può rientrare a Kinshasa, in Repubblica Democratica del Congo.
La mamma, preoccupata e lontana, è impaziente di riabbracciare il suo bambino, finalmente guarito.
La compagnia aerea con cui Joyce aveva volato in precedenza, non può garantire il volo di ritorno.
Il rientro viene posticipato, prima a maggio e poi a giugno: la compagnia continua a cancellare i voli perché il Congo è ancora chiuso a causa della pandemia.
Flying Angels riesce ad individuare l’unica compagnia aerea che riesca a volare in Congo dall’Europa.
Dopo 6 mesi, finalmente Joyce può tornare casa.